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Sono passati pochi mesi da una delle più terribili tempeste che l'Inghilterra abbia mai conosciuto quando sul «Times» di Londra, accanto al consueto bollettino delle temperature, compaiono quattro righe poco appariscenti nelle quali si segnala il tempo "probabile" per i prossimi due giorni. È il 1° agosto del 1861, e quelle righe appartengono alla prima previsione meteorologica degna di questo nome mai pubblicata: un punto di svolta nella secolare battaglia ingaggiata dall'uomo contro l'imprevedibilità dei fenomeni atmosferici. Un giro imprevisto del vento o l'arrivo di una tempesta hanno infatti cambiato innumerevoli volte il corso della storia, rovesciando l'esito di battaglie fondamentali, distruggendo l'economia di interi Paesi in poche ore, o affondando flotte invincibili. Tuttora, nonostante i grandi progressi della meteorologia, gli uragani e le tempeste tropicali seminano ogni anno terrore e morte in diverse parti del pianeta. Ma è fin dalla nascita del mondo moderno, con l'espansione dei commerci e lo sviluppo delle grandi economie coloniali, che il problema della prevedibilità del tempo è diventato una delle grandi sfide scientifiche e culturali della civiltà. Al centro di questa appassionante battaglia si trova il più imponderabile e quotidiano dei fenomeni naturali: il vento.