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«Dopo "Umana fabula. Poema di acqua e di terra" sentivo che il mio viaggio poetico come sguardo sulla vita non era ancora concluso e che mai potrà dirsi concluso. "Varchi temporali. Poema delle ore e dei giorni" continua quel percorso, quel bisogno insopprimibile di una immersione nei ricordi, nella memoria, nelle emozioni e nei sentimenti ma anche nelle paure e nelle incertezze di questo tempo precario e confuso. In "Varchi temporali" la Storia ci prende per mano, i ricordi ritornano fra un'ora e l'altra e fra un giorno e l'altro. La poesia come straordinaria macchina per viaggiare nel tempo senza limiti e senza ordine, solo le ore scandiscono lo scorrere delle parole e dei versi. Ventiquattro ore in ogni giorno vicino o lontano e dentro le ore la poesia che racconta i ricordi che ritornano, i tempi lontani dell'infanzia, un mondo di piccoli borghi che va scomparendo e di quel mondo le emozioni, i sentimenti, gli amori, il paesaggio, la natura. L'emozione di un piccolo cimitero, lo smarrimento di una chiesa vuota, il gesto ripetuto dell'uomo del fiume, il padre e la madre e la mia terra che cambia, che si strappa la vecchia pelle per una modernità molto fredda e distante dagli umani bisogni, da una fratellanza di comunità, dalla sincerità dei piccoli gesti. Così il presente incerto e precario con l'alito pandemico cambia anche la vita di una piccola frazione, il Castellazzo, una realtà vera di una centuria emiliana, cambia il rapporto tra la gente, produce separazioni ma lascia il bisogno di nuovi incontri e di nuove verità. E verità chiedono quei bambini ebrei esclusi per ragioni razziali dalla scuola, dal volo di rondine di altri bambini che si preparavano al gioco mentre loro nella notte salivano sul treno che portava a un cielo di cenere e senza stelle. Così ho cercato con una poesia sincera, non autoreferenziale, polifonica, di guardare dentro i "Varchi temporali" e a differenza di "Umana fabula" qui i versi scorrono liberi, senza punteggiatura, come acqua di torrente, lasciando al lettore decidere le pause, il ritmo, il fluire dei versi.» (l'autore). Prefazione di Alessandro Quasimodo.