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"Qui si narra la storia di una donna dal nome ignoto, così deve essere: Lei, semplicemente Lei, mia madre. Una madre ebrea. A ventinove anni con il matrimonio misto, per Lei si apre il rifugio dalle leggi antiebraiche a fianco del marito militare, vedovo e solo con due figlie. Rea di averle derubate dell'amore paterno, fin dalle nozze l'esistenza di Lei si deforma in segregazione e disumano lager familiare, scivola in deportazione e cade nell'agguato di un male senza ritorno. A nessuno lo svela, neppure al marito, abbattuto anch'egli dalle angherie delle figlie ribelli e dissolute. Aggredita e minacciata di denuncia alle SS, torturata a vita nella gabbia della sua dimora, è tradita dalla figlia e sopravvive con il solo amore del figlio Emanuele".