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"Le persone lontane o scomparse non ci abbandonano, restano con noi nel cuore. Possiamo percepire la loro presenza discreta in tanti momenti della giornata, magari nel silenzio della sera, quando si allungano le ombre e la notte avvolge ogni cosa. L'autore, nella raccolta, utilizza il prosimetro: poesie e lettere che si alternano. Già Boezio si era servito di questa forma nel 'De consolatione philosophiae' e Dante ne 'La Vita Nova'. Nella prosa Atzeni esprime il dolore e il rammarico di non poter stare vicino ai propri cari. Una certa serenità, invece, subentra nella rievocazione della madre, donna che con i suoi sacrifici e la sua saggezza ha tanto consolato e aiutato il figlio che la considera una guida insostituibile nella vita." (dalla prefazione di Alessandro Quasimodo)