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Isabella Emilia Nastasi romana di adozione, psicoterapeuta appassionata d'anime, immagini e parole. Trae ispirazione dai "Fuori", la natura, la strada, le cronache, gli eventi, il frastuono del mondo e le sue sonorità evocative. Il "Fuori" come oggettivo, reale, fisico, metafisico, rivisitato tra metafore e chiare parole. Attinge ai "Dentro", i vissuti personali, le sofferenze lenite nel setting lavorativo, dove i traumi, il panico, le angosce, la ritrovata fiducia e le eco riflessive sono assidui frequentatori. Il "Dentro" come soggettivo, percepito, desiderato, chimerico, illusorio, ritratto da immagini ed emozioni. Si ritrova a riorganizzare strutture e a integrare livelli, ma anche a riorganizzarsi. Da tutto questo nasce "Spazi integrati" che trovano una giusta e corrispondente espressione nell'ultima parte, le "Integrazioni spaziali", tre criptiche e potenti metafore: "I due sensi", "Cortometraggio" e "Il Robivecchi e le memorie degli altri". La gravità inevitabile che aspira a diventar leggera, i due poli di tutti i sentimenti, nella prima. Il tempo fermato in un cortometraggio, eroe solitario della vita, nella seconda. Quel suo mestiere del ripulir cantine per sciogliere ormeggi arrugginiti, nell'ultima. Alla ricerca di un'armonia si torna all'inizio del viaggio interspaziale: '... e la notte/ sembra uno splendido mare/ .../ sperimenta il suo non luogo.../ una notte di ammaraggi.