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I sei racconti che formano questa raccolta sono eterogenei per tempi e luoghi di ambientazione, per voci narranti e punti di vista espressi. Dalle brughiere dell'Inghilterra del XIX secolo, ad un'abbazia intorno all'anno mille, passando per le aule di una università moderna, la fermata di un autobus nel secondo dopoguerra, una vigna nella valle del Rodano, un piccolo appartamento a Roma. Quale è il filo che li unisce? Senza dubbio sono storie che accadono, storie che si sviluppano su di un equilibrio precario tra pensiero e corpo, tra idee e fatti. Le cose che accadono sono le cose che urtano, che feriscono, come insito nell'etimologia latina del verbo. Sono le cose che perturbano. Queste storie sono le storie di sei perturbamenti. L'amore entra ed esce tra i personaggi di questi racconti come una costante. Amore, però, non sempre inteso nel modo più comune. Ma sempre indicato come il motore di tutto. Perché poi forse la domanda che pervade tutto quello che ho scritto è: ma cosa cerca in fondo l'uomo?