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Come siamo arrivati, come società, al punto di dire «Chissenefrega dei matti»? A questa domanda, suscitata dall'affermazione disinvolta di un funzionario federale in occasione di uno scandalo legato a reiterati abusi su pazienti psichiatrici, Powers risponde scavando negli abissi della psichiatria, dai primi tentativi di segregare il folle fino alla nascita della psicoanalisi e dell'eugenetica. Una storia sociale che si intreccia alla storia familiare dell'autore, della moglie Honoree e dei loro due figli brillanti e vivaci, affetti entrambi da schizofrenia: Dean e Kevin. Kevin che morirà suicida a soli ventuno anni. Per Powers la questione di «cosa fare con i matti» non è un esercizio accademico, ma una questione profondamente personale. Da qui la sua determinazione a lottare per una condizione di vita migliore: per i malati e per le loro famiglie.