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Un libro bello e intenso, che solo queste autrici potevano immaginare. È sorprendente quanto poca riflessione si spenda di solito attorno al concetto di setting ambientale e quanto uno stimolo inusuale, come quello fornito dalle autrici (o dall'acqua), possa sollecitarci ad approfondire quanto accade nei nostri studi professionali all'asciutto. L'acqua ci sembra talvolta ambiente estraneo e minaccioso, oggetto del desiderio e strega pronta a ghermirci e questo non è affatto ovvio se ricordiamo il dato, di comune dominio, che noi siamo costituiti al 70% d'acqua. Padulazzi e Pisano non eludono però la dimensione simbolica dell'acqua e la sua precisa funzione di rivelatrice della qualità dei rapporti primari con le figure genitoriali. L'amore dato e ricevuto dalla madre avrà così molto a che fare col nostro amore per l'acqua, spesso dichiarato a parole ma smentito dai fatti. Il corpo, calato nella relazione con l'acqua, rivelerà la realtà della relazione d'amore con la madre, con l'acqua e con noi stessi in modo diretto e autoevidente, magari con un piccolo aiuto da parte del counselor.