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Questo libro si concentra sui rapporti tra Italia e Albania negli anni centrali della cosiddetta Guerra fredda. La definitiva composizione di alcune essenziali questioni, quali la riparazione dei danni di guerra e il rientro in patria degli italiani trattenuti in Albania al termine del conflitto mondiale, aveva contribuito ad abbassare i toni del confronto tra i due Paesi, allora ideologicamente contrapposti. Il riavvicinamento intrapreso, seppur graduale, contrassegnò l'inizio di una nuova fase politica e di un equilibrio più stabile nel Mediterraneo centrale. Gli studi raccolti analizzano questi anni di transizione, dal 1962 al 1978: dai tentativi messi in atto dall'Italia per aprire canali di collaborazione con Tirana attraverso la costruzione di relazioni culturali al mutamento avvenuto, per effetto delle evoluzioni politiche interne e internazionali, delle posizioni sostenute dal Partito Comunista Italiano e dal Partito del Lavoro d'Albania; dalle drammatiche persecuzioni religiose messe in atto in Albania nei confronti delle fedi storicamente presenti nel Paese alla presenza in Italia dei fuoriusciti anticomunisti albanesi.