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Un libro di storie sui nostri tic, sui cliché che ci portiamo dietro, sulle nostre paure e passioni; un viaggio nello spazio e nel tempo in cui l'attualità si mescola alla storia, la vita vera alla letteratura. Protagonisti di questi racconti sono individui anonimi e personaggi illustri, scrittori, artisti, intellettuali. C'è la baronessa di Carini, che nella Sicilia del XVI secolo viene uccisa perché trovata a letto col suo amante. C'è una ricca americana che spende tutti i suoi beni per venire in Italia a imparare il belcanto e c'è il latin lover di provincia che mostra il petto villoso. C'è la signora Grosso che per qualche mese è al centro dell'attenzione dei media per aver predetto l'assassinio di John Fitzgerald Kennedy. C'è Melville che cammina per le strade di Roma fiaccato dall'aria malsana della capitale e c'è Goethe che si commuove ascoltando i gondolieri cantare lungo i canali di Venezia. Un insieme di racconti a definire l'italianità, a sfatare i sacri valori italici perché, come scriveva Orte-ga y Gasset, il carattere nazionale, come ogni cosa umana, non è un dono innato, ma una costruzione.