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Da almeno quattromila anni il gatto è per l'uomo un prezioso, indolente, compagno. Sornione e a tratti distaccato, nel corso dei secoli ci ha deliziati con il suo spirito indipendente, la grazia felina e la bellezza sinuosa e compiaciuta, tanto che al giorno d'oggi è l'animale domestico più diffuso. Ma a dispetto della nostra prolungata frequentazione con questa deliziosa creatura, per la maggior parte di noi il gatto continua a restare avvolto nel mistero. I felini sembrano avere qualcosa di soprannaturale, un'essenza che va oltre la nostra comprensione. Chiunque abbia un gatto avrà di certo avuto a che fare con esempi tipici del suo comportamento felino e talvolta si sarà chiesto: "Perché il mio gatto fa così?". I gatti sono creature imprevedibili e il loro comportamento ci affascina e ci lascia perplessi allo stesso tempo. Ecco il nodo centrale del nostro lungo rapporto con i gatti: l'affetto che nutriamo per loro e la reciproca familiarità ci portano a pensare che la loro percezione del mondo non sia poi così diversa dalla nostra; li vediamo come pelosi umani a quattro zampe invece che discendenti di animali selvaggi. Questa interpretazione dell'essenza del gatto è errata e rischia di indurre il più amorevole dei padroni a trattare il proprio animale in modo tale da causargli involontariamente ansia e sofferenza.