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La figura di Marcel Jousse appare nel nostro secolo come quella di un vero e proprio Maestro Occulto, la cui influenza è rimasta sotterranea, ma perciò più profonda ed efficace. Jousse costituisce a buon diritto il precursore di quella svolta nelle forme di rappresentazione delle scienze umane, antropologiche innanzitutto, che rappresenta il portato più critico e creativo dei nostri tempi. Tale svolta è una radicale messa in questione del modello tradizionale di scrittura monologica e autoritaria, centrata sulla nozione di "autore" e su una rappresentazione frontale, piatta, uniforme, euclidea, a favore di modelli polifonici e multiprospettici. Il conflitto odierno, dentro e fuori le istituzioni culturali, si gioca su queste scelte di grande portata, anche politica, dove i modi diversi di intendere la "scientificità" si misurano e si scontrano. La ripresa d'interesse per il lavoro di Marcel Jousse, dopo l'attacco e la momentanea sconfitta storica che subì a opera delle istituzioni accademiche del tempo, è legata proprio a questo tema di fondo: l'inclusione della sperimentazione non solo come oggetto ma come metodo e contenuto delle scienze umane.