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Nei primi decenni del V secolo l'Impero, da poco diventato ufficialmente cristiano, è travolto dalle invasioni: prima Vandali, Alani e Svevi e poi gli Unni provenienti dal centro dell'Asia irrompono nei territori occidentali, cambiando per sempre la storia d'Europa. In Gallia la crisi è più acuta che altrove e investe direttamente anche il processo di cristianizzazione che rallenta fin quasi a fermarsi, mentre culti e rituali risalenti a un passato molto più antico della conquista di Roma si scoprono sorprendentemente simili a quelli dei nuovi dominatori pagani. Attraverso un'analisi innovativa delle fonti scritte e archeologiche si delinea qui un'immagine inedita della Gallia tardoantica, provincia romana e - insieme - punto di arrivo del lungo corridoio eurasiatico che dalle steppe dell'Asia centrale arriva all'Atlantico: in questa regione, passato celtico e patrimonio romano, culti germanici e rituali sciamanici entrano in contatto e si mescolano, nel passaggio cruciale dall'antichità al medioevo.