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Il volume suggerisce d'inserire il M5S all'interno della famiglia dei "populismi antineoliberali", cresciuti dopo profonde crisi in società segmentate, come quelle latinoamericane e mediterranee, al fine di comprenderne le ragioni del successo e le caratteristiche organizzative-ideologiche. Sono analizzati prima i principali lavori teorici sul concetto di populismo, per proporre una categorizzazione dei diversi fenomeni e osservarne i tratti "movimentisti" e "statisti-sovranisti". In seguito viene presentata l'interrogazione centrale del volume: se i "populismi antineoliberali" sono emersi ove le cosiddette sinistre tradizionali siano venute meno alla loro funzione di rappresentanza e integrazione. Le diverse forme assunte dai "populismi anti-neoliberali" variano a seconda delle caratteristiche dei movimenti sociali di protesta contro le politiche di austerità, e a seconda delle capacità di adattamento dei partiti esistenti nei confronti di un ambiente socio-politico in ebollizione. A differenza di altri esempi, il M5S appartiene maggiormente alla sottocategoria di populismo leaderistico, con specifiche caratteristiche ideologiche-organizzative e diverse classi sociali di riferimento. Le peculiarità ideologico-organizzative assunte dal Movimento, sin dagli albori, sono fondamentali per comprenderne l'evoluzione e i profondi cambiamenti avvenuti sino alla fase attuale del partito, presieduto - ma forse ancora non guidato - da Giuseppe Conte.