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Nel profluvio di pubblicazioni per il settecentenario dantesco, tentano di ritagliarsi un piccolo spazio anche queste 'lecturae', anomale già dal titolo. Sono pagine nate nelle aule scolastiche, dove ancora oggi non mancano nativi digitali ammaliati dalla Divina Commedia. In fondo i millennials, per i quali il sommo poeta "stava troppo avanti", senza saperlo continuano a inverare il giudizio di Gianfranco Contini (nel saggio, datato 1965, Un'interpretazione di Dante): "L'impressione genuina del postero, incontrandosi in Dante, non è d'imbattersi in un tenace e ben conservato sopravvissuto, ma di raggiungere qualcuno arrivato prima di lui".