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Dopo "Abitare la soglia", il filosofo Massimo Donà torna a interrogarsi sulla magia del cinema, un'arte dalla natura menzognera, ma che, nel contempo, riesce a essere uno stupefacente specchio della realtà. Arte barocca per eccellenza, il cinema viene interrogato dal filosofo veneziano quale magico ed eccezionale riflesso della vita, nonché delle sue mirabolanti peripezie. Esso appare dunque come una vera e propria lanterna magica in grado di fare del gioco della verità, che per esso e in esso viene comunque chiamato in causa, il manifestarsi della più radicale impossibilità del "vero" medesimo. In cui a tradirci sarà ogni volta la stessa assoluta veridicità delle sue sempre più fantasmagoriche rappresentazioni. Un libro rivolto a tutti - non solo a cinefili e filosofi -, che intende esplorare attraverso il grande schermo il rapporto tra verità e finzione, realtà e rappresentazione: dicotomie che soltanto la "lanterna magica" del cinema riesce a coniugare in un'unica messa in scena.