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Rabelais è il padre fondatore dell'arte del romanzo. Questa è l'ipotesi che Lakis Proguidis sostiene, seguendo molteplici percorsi che si incrociano lungo tutto il suo libro. L'autore passa allora con leggerezza e profondità dalla comparazione dell'opera di Rabelais con quella dei nostri grandi antenati ai propri ricordi personali, dalla farsa alla linguistica, dalla Storia alla critica della critica, dall'analisi scrupolosa del testo alla cronaca, da Omero all'attualità. In Rabelais, afferma Proguidis, come del resto in tutti i romanzieri, la forma del passato non è né un faro infallibile (classicismo) né una realizzazione passeggera (avanguardia), ma un brandello di tessuto che va continuamente rammendato e continuamente arricchito con nuovi motivi esistenziali. Sebbene il caso giochi un grande ruolo, nulla è arbitrario. Tutto ruota attorno allo stesso nocciolo estetico la cui genesi è qui presentata per la prima volta: il suo nome è riso romanzesco.