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L'inesistenzialista di ca' Mantica è il diario 1959-1960 di uno studente liceale che documenta come le dinamiche psicologiche, che portano tutti al desiderio di superare se stessi e alla sicurezza personale, assumano in ognuno peculiari e imprevedibili modalità di espressione. I passi dell'inesistenzialista per raggiungere questa meta si sono diretti su sentieri diversi da quelli che avrebbero potuto essere percorsi insieme agli altri. Questi ultimi, invece, sono stati usati come termine di paragone e come rivali in una sterile esibizione di potere che avrebbe potuto condurre a delinquenza, dissocialità, tossicodipendenza. L'inesistenzialista non ha consapevolezza di cosa lo faccia sentire incompleto e di quale sia stata la causa del suo non esistere, ma questo vuoto avrebbe potuto essere colmato solo sentendo di appartenere a una comunità con cui condividere obiettivi e modalità per perseguirli, come appare dalle puntuali notazioni psicopedagogiche del curatore. Non si tratta di un'opera di carattere analitico, ma le riflessioni quotidiane, che documentano lo stile di vita dell'inesistenzialista, fanno intravedere in filigrana in cosa consista il suo sentimento d'inferiorità rimosso e come a questa originaria rimozione si sia collegata tutta una serie di "rimozioni derivate". L'ampio spazio dato agli eccezionali insegnanti del liceo e al loro ruolo permette, infine, di stabilire quale fosse la trama su cui essi hanno intessuto il loro progetto educativo e come questo possa essere ottimizzato per meglio inserire e far realizzare nella comunità ogni ragazzo. Introduzione Luigi Marasco.