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Il testo e la pratica degli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola sono stati spesso considerati esclusivo appannaggio del sapere teologico, e non sempre le letture tradizionali hanno restituito il complesso ordine teorico che li sostiene. Attraverso un'analisi del testo e della sua articolazione retorica, lo studio prova a delineare la novità del "gesto" ignaziano all'interno della storia della spiritualità occidentale, rilevando al contempo i debiti e gli scarti di Ignazio rispetto alla tradizione ascetica medievale e moderna. Un "gesto" e uno scarto che hanno indelebilmente segnato la storia in virtù della centralità conferita all'immaginazione, al desiderio del soggetto e all'urgenza esistenziale di una decisione che prova a inseguire la "divina volontà" e ad accordarsi con essa. Teatro di parole e azioni, specchio di un'epoca inquieta e attraversata da movimenti tellurici in ogni suo ambito, gli Esercizi spirituali continuano a trasportare domande che li oltrepassano e arrivano direttamente nel nostro tempo.