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Un'intelligente analisi del grande poeta americano e allo stesso tempo uno specchio della personalità di un giovane che sarebbe diventato uno dei più importanti scrittori del Novecento: Cesare Pavese. Questa brillante ricerca su Walt Whitman ha il fascino di un lavoro acuto e originale, in cui si ravvisano caratteristiche dei testi più maturi, pur essendo stata scritta da un Pavese appena ventunenne, che la presentò come tesi di laurea nel 1930. Collocabile agli albori della scoperta della letteratura americana, che appassionò molti giovani italiani e indispettì la cultura fascista, quest'opera sorprende per il piglio sicuro dell'autore, diverte per i toni polemici nei confronti della critica whitmaniana, incuriosisce per la condanna della celeberrima "O Captain, My Captain!", coinvolge per lo slancio della trattazione. Dalle pagine di questo libro emerge con forza una profonda empatia nei confronti di Whitman e della sua "poesia del far poesia", che costituì certamente un punto di riferimento imprescindibile per Pavese.