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Cinquant'anni senza Hendrix, eppure nessuno è ancora riuscito a dimenticare una delle personalità più geniali della musica, né, tantomeno, a eguagliarla. Dopo aver esplorato gli orizzonti filosofici di Eric Clapton e Pat Martino, Alberto Rezzi si tuffa nell'universo del chitarrista originario di Seattle. Tutti i linguaggi utilizzati da Hendrix - dal simbolico al corporeo, dal poetico al musicale, dal fantascientifico al sonoro - sono volti a costruire, canzone dopo canzone e performance dopo performance, nuove esperienze del mondo o, meglio, di mondi diversi. In questa inesausta ricerca sta la chiave della sua "filosofia", qui posta in dialogo con le intuizioni cosmologiche di Giordano Bruno e quelle costruttiviste di Nelson Goodman. Una filosofia che si traduce in una inesauribile sete di libertà espressiva, destinata a interrogare l'arte e la musica del futuro.