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Un libro che riesce a unire la serietà delle questioni trattate con la leggerezza della critica caustica e disillusa. Una scrittura in cui si innestano un'allergia endemica al potere, il coraggio dell'imprudenza e una sottile ironia. Il volume si compone di tre parti. Nella prima si raccontano due incontri fatali, di quelli capaci di cambiare una vita: Italo Mereu e Massimo Nobili, fondamenta di un allenamento al dissenso e al dubbio. La seconda si affida a un pungente divertimento per smascherare le ipocrisie e gli inganni con cui, oramai senza più pudore, si celebra il sacrificio della libertà: una parodia precisa e feroce abbozza quindi un nuovo dizionario di termini giuridici; sfida l'idiozia della casa di vetro a ogni costo; emula argomentazioni farisaiche, da zelo forcaiolo. Nella terza parte, infine, il punto di vista dell'autore corre come un dardo verso il bersaglio: gli Imperia dei legibus soluti, così cari ai fautori della nuova legalità e del diritto inventato con le sentenze.