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Deturpazione, sfruttamento della natura, sterminio di molte specie e persino di interi popoli. In questo testo Ludwig Klages affronta con consapevolezza gli effetti devastanti del cosiddetto "progresso" di una cultura occidentale che guarda il mondo in modo statico e trasforma la terra in una superficie equivalente, dominata da logiche produttive e procedimenti industriali. La feroce critica al razionalismo e al tecnicismo scientifico rende necessario ripensare il rapporto tra l'uomo e la terra, passando da una visione antropocentrica a una cosmocentrica, in cui l'uomo si ponga in un rapporto di collaborazione e ascolto con l'anima della terra. In questo senso, Klages anticipa di molti decenni l'approccio ecologista del nostro tempo. Postfazioni di Luisa Bonesio e Sandro Gorgone.