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La secolarizzazione ha fatto valere con forza la dignità autonoma del finito, a tal punto da ritenere cosa ovvia che esso o l'immanenza siano il tutto della nostra esistenza, e che ogni rimando alla trascendenza non faccia che compromettere la libertà umana. Il volume affronta questo risvolto della secolarizzazione confrontandosi per un verso con le posizioni antimetafisiche di filosofi come Natoli, Rusconi e Vattimo, per l'altro con chi propone forme nuove d'intendere la relazione finito-infinito, rispettose della dignità e della libertà del finito. Si offrono così esempi concreti di dialogo filosofico-teologico e al contempo un significativo spaccato della filosofia e della teologia italiana.