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Questo numero di Parol è doppio e molto ricco. L'apertura è dedicata a Guido Gozzano. Il saggio verifica se sia possibile tracciare alcuni punti d'incontro tra la poesia di Gozzano e gli orientamenti estetici, concettuali e formali, perseguiti dalle avanguardie. Il primo focus della rivista è dedicato al "Cinema del limite". L'idea di limite è veicolata nel suo senso più astratto, in cui al di sopra e al di sotto si tenta di descrivere un determinato fenomeno che, per propria natura, risulta essere imprendibile: il cinema sperimentale. L'intermezzo tra i due focus è occupato dalla nuova sezione "Antropologie" che apre lo sguardo a temi sempre più in beetwen tra le varie articolazioni di un sapere ibridato. E si comincia con un'analisi antropologica del fenomeno "ecomuseo", partendo dal principio di Huges de Varine per il quale "L'ecomuseo è quindi uno strumento di partecipazione popolare alla gestione del territorio e allo sviluppo comunitario". Segue la parte monografica su "Scuola e cultura digitale", in cui vengono affrontati temi connessi ai problemi provocati da un uso - a volte - acritico delle nuove tecnologie in ambito scolastico. E per far questo si usa uno sguardo che va dalla filosofia della tecnologia e della mente alle scienze della comunicazione, passando attraverso apporti delle neuroscienze e della teoria sociale e dei media. Chiude il numero la consueta sezione "Margini" con un saggio sul rapporto tra pittura e cinema, una riflessione su Giovanni e Teresa, letterati della "riforma controriformista", un'analisi particolare di alcune opere di Klee, uno studio su John Ruskin in Italia, uno sguardo sulle idee direttrici dell'estetica nella tradizione cinese e un particolare punto di vista del parco di Pinocchio a Collodi fra paesaggio, arte e memoria dei luoghi.