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Uscito originariamente in Russia nel 1930, "La scimmia, l'uomo primitivo, il bambino" fu accolto in patria da moltissime critiche e ritirato dal mercato nel giro di alcuni mesi. L'opera di Vygotskij e Lurija attingeva a piene mani da una bibliografia straniera classificata come "borghese" e per questo inaccettabile. Scopo del saggio era definire i fondamenti del comportamento propriamente umano, mettendo a fuoco i rapporti tra scimmia e uomo. E proprio l'aver accostato scimmia, uomo primitivo e bambino destò immediatamente obiezioni nella comunità scientifica russa, in particolar modo negli ambienti legati alla censura e vicini al governo. Eppure questa opera - che raccoglie tre saggi di psicologia sul comportamento della scimmia antropoide, dell'uomo primitivo e del bambino - esprime alcuni interrogativi di grande rilevanza teorica, differenziandosi radicalmente dagli approcci tradizionali e rileggendo in maniera critica le ricerche più innovative dell'epoca nel campo delle scienze limitrofe, dall'antropologia culturale e l'etnografia alla psicoanalisi e la semiotica.