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Attraverso una trattazione filosofico-antropologica dei fenomeni mistici (estasi, visioni, esperienze oltre-confine), "L'emisfero muto" mira a esplicare la relazione mente-corpo-spirito, con riferimenti circostanziati alla psicologia del profondo e agli ultimi apporti delle neuroscienze. Il fascino dell'indagine del cosiddetto "emisfero muto" offre una possibilità di ampliamento intellettivo su tematiche di grande interesse, quali i sogni, le esperienze extra-corporee e di pre-morte, ovvero gli stati modificati della coscienza. In linea con il pensiero di Popper ed Eccles, si evidenzia l'utilità dell'interazione tra mondo fisico, soggettività del pensiero e fenomenologia della trascendenza. Dall'analisi dell'ampia operatività del meta-spazio mentale, in cui si origina l'esperienza mistica, dalla fenomenologia comportamentale degli estatici e dal funzionamento del cervello in quello stato emergono contenuti carichi di significati cognitivi. I sogni e le visioni, riportati nelle narrazioni di martiri e mistici come Perpetua di Cartagine, Ildegarda di Bingen, Sophie Scholl, lasciano emergere un comune determinatore, un archetipo costitutivo dell'essere umano: l'apertura ontologica e fontale alla trascendenza, che modifica, con evidenza, mente e corpo.