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"Benvenuti nella vostra obsolescenza" proclamava, qualche anno fa, un articolo pubblicato sul "New York Times Book Review". In effetti, è difficile tener dietro ai continui cambiamenti determinati dalla Industria 4.0, in cui meccanica ed elettronica con tutte le loro svariate applicazioni, fisica e biologia con tutti i loro complessi componenti, si incontrano a modificare l'economia, il lavoro, la politica, prospettando scenari in cui potrebbero essere il senso stesso della vita e del nostro rapporto con la vita e con l'ambiente a essere radicalmente modificati. Come sarà la Vita 3.0, la vita tecnologicamente ridefinita, nell'Eremocene, in un ambiente tecnologicamente rimodellato? Il diritto ha il difficile compito di elaborare modelli normativi e categorie concettuali che ci consentano di sfruttare le infinite potenzialità determinate da sviluppi tecnologici così radicali senza che questo implichi la rinuncia a chiare e definite forme di assistenza e tutela della libertà e della dignità umana nei confronti di possibili manipolazioni, occasioni di sfruttamento, invasioni della sfera privata, prospettive di emarginazione, concentrazione di potere, mancanza di trasparenza. Contributi di Salvatore Amato, Ryan Abbott, Andrea Nicolussi, Laura Palazzani, Baldassarre Pastore, Antonio Incampo, Petar Bojanic, Maria Borrello, ALfio Guido Grasso, Federico Puppo.