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Questo libro ricostruisce l'evoluzione del pensiero politico di Croce su alcune questioni (egemonia, classe dirigente, brigantaggio, liberismo-liberalismo) e personalità europee (Schiller, Mazzini, Garibaldi, Tocqueville) e il suo rapporto con le fasi più drammatiche del '900 (primo e secondo dopoguerra, fascismo). I vari capitoli, integrati da alcuni studi in appendice, sono accomunati metodologicamente dall'esigenza di storicizzare l'autore, cogliendone gli slittamenti, da rintracciare a prescindere dalla sua autonarrazione, a cui talvolta la crociologia ha prestato troppo ascolto. In tal modo è possibile comprendere meglio la sua fase "conservatrice" ed enucleare il senso del suo appoggio alle coalizioni capeggiate da Mussolini dopo la marcia su Roma: non un mero "dirizzone" ma il riflesso di un modello liberale che, pur nella lucida cognizione delle derive atomistiche e "spettacolari" della modernità, non accettava tutte le conseguenze del processo di democratizzazione, come anche Antonio Gramsci aveva rilevato.