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"A suon di parole. Il gioco del contradditorio" è la formula usata dagli autori per introdurre il dibattito nella scuola trentina dall'anno scolastico 2009-2010. Il modello di debate sviluppato ha la forma di un torneo tra classi che si sfidano attraverso l'argomentazione e la contro-argomentazione, in contraddittorio, e costituisce un fondamentale strumento di apprendimento di diverse conoscenze e abilità curricolari ed extracurricolari, nonché di educazione alla convivenza civile e alla cittadinanza attiva. L'intento di "A suon di parole" è formativo piuttosto che competitivo e coinvolge intere classi, che utilizzano il dibattito nel loro percorso di formazione grazie alla forza maieutica dell'opposizione. Il format è stato realizzato a stretto contatto con i docenti e i dirigenti scolastici e si è diffuso anche oltre l'ambito della scuola perché si è rivelato adatto ad affrontare alcune tematiche poste dal territorio e dalla società civile. Le competizioni del torneo si svolgono sia in lingua italiana sia in altre lingue: rappresentano, pertanto, anche una valida metodologia per l'approfondimento in action della lingua madre e delle lingue seconde. Questo modello consente di approfondire nel curricolo il confronto dialettico in forma ludica e sorvegliata e di sviluppare abilità cognitive e non, di tipo relazionale e linguistico-comunicativo, diverse e integrate, che gli studenti imparano a gestire in modo autonomo e appropriato e con un alto grado di flessibilità. I saggi del libro presentano approfondimenti teorici e testimonianze didattiche elaborate e realizzate nella scuola trentina nel corso di questi anni di sperimentazione: strumenti di riflessione a cavallo tra risultati acquisiti e sfide formative per il futuro.