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Nelle pagine di questo saggio, il senso del fare memoria acquisisce pieno valore: «Ci rivolgiamo a un passato, per amore del nostro futuro». Con questo avvertimento, che suona già come un insegnamento, l'autore invita a guardare all'anti-mondo della Shoah. Casper, al quale Emmanuel Levinas dedicò uno dei suoi ultimi saggi, "Nell'ora delle nazioni", indaga con l'acume che gli è proprio i "Carnets de captivité" del filosofo ebreo-lituano riuscendo a farne emergere l'elemento cruciale: il fondamento ultimo della nostra umanità sta nel «felice dovere di amare l'altro».