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"Nel ripensare il suo classico studio sul "primo" Kubrick, Saverio Zumbo si sintonizza con [le] nuove prospettive degli studi sul regista. Zumbo rilegge infatti i film del giovane Kubrick (dal cortometraggio "Day of the fight", del 1949 a "Lolita" del 1962) alla luce di una duplice ipotesi. In primo luogo, egli ritiene che occorra postulare uno stacco tra i primi due film [...] e la produzione successiva: all'inizio della propria carriera Kubrick tenta vie radicalmente sperimentali, che poi finisce per abbandonare [...]. In secondo luogo, il fervido e irripetibile clima sperimentale dei primi film sarebbe basato (non senza qualche ingenuità e alcune ambizioni eccessive) sulla sintesi di due elementi: da un lato la lezione modernista della riflessività dell'opera d'arte, e dunque la sperimentazione sul linguaggio e la messa in scena del medium; dall'altro lato l'influsso della psicanalisi junghiana che costituirebbe il serbatoio delle più interessanti sperimentazioni linguistiche e metalinguistiche." (dall'Introduzione di Ruggero Eugeni)