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Prendere coscienza della nostra comune condizione vulnerabile significa riconoscere che le nostre vite hanno bisogno di cura. Su questa antica parola molte voci del pensiero contemporaneo riflettono da tempo intensamente, non senza interrogarsi sulle sue ambiguità. A che cosa deve tendere un lavoro di cura come quello che la filosofia ha praticato fin dalle sue origini? A costruire un soggetto completamente autosufficiente, oppure ad accettare una certa dipendenza, persino a valorizzarla, nel riconoscimento del nostro essere sempre "con" altri? Nell'alternarsi di interventi teorici e di contributi fortemente ancorati a pratiche specifiche, quali il diritto, la psichiatria, la psicoanalisi, il volume restituisce l'immagine coerente di un ampio lavoro condotto su più fronti, alla ricerca di un legame non oppositivo tra cura di sé, cura dell'altro, cura del mondo.