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Il neoliberismo non ha affatto provocato il ritiro dello Stato o l'attenuazione della sua azione sulle questioni economiche e sociali. Al contrario, lo Stato ha attivamente promosso e assecondato gli interessi degli affaristi e degli sfruttatori. Il cambiamento è consistito nella subordinazione della politica all'economia rispetto a prima, quando la politica riusciva ad indirizzare l'economia. È stato impiantato con successo un sistema biopolitico che ha esteso lo sfruttamento capitalistico su tutti gli aspetti della vita degli individui, di cui l'indebitamento di massa è il fenomeno più evidente. Ciò non ha affatto superato le vecchie forme di sfruttamento, che anzi si sono diffuse e intensificate. Il mercato viene presentato come basato sull'eguaglianza di tutti gli attori, ma è vero il contrario: il mercato stimola e premia solo la diseguaglianza fra di essi. Il rapporto creditore-debitore, che è centrale nel capitalismo finanziario, è un rapporto fondato sulla proprietà, un rapporto tra chi ha denaro e chi non ce l'ha, è un rapporto asimmetrico, di potere.