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Emine Sevgi Özdamar, Rita Ciresi e Yasemin Samdereli. Le prime due scrittrici. La terza filmmaker. Özdamar e Samdereli turco-tedesche, Ciresi italo-americana. Tre artiste, ognuna delle quali non appartiene a una specifica cultura, da cui pur proviene, né aderisce a quella di arrivo, a cui pure appartiene. Tre donne che appartengono a minoranze, e ognuna a una minoranza - quella femminile - dentro una minoranza. Il loro lavoro è il frutto di un incontro in divenire tra culture diverse e intimamente vissute. Questo impalpabile e indefinibile carattere le accomuna e le rende artiste emblematiche del nostro tempo. Il legame tra lingua e corpo nei racconti di Özdamar, l'ironia agrodolce in quelli di Ciresi, il gioco dei punti di vista della pellicola di Samdereli esprimono, nella propria specificità, la forza narrativa di chi è dentro la scena eppure - come è proprio della sensibilità femminile - riesce a raccontare gli avvenimenti con distaccata empatia.