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Due sorelle si rifugiano in una villa abbandonata a Viljevo, piccolo villaggio della Slavonia, in Croazia. Sono sole e scappano dalla guerra, intorno a loro solo campagna e, in lontananza, colline. A spezzare quell'isolamento una voce che arriva via radio dall'etere. La comunicazione, tutta notturna, si perde in una dimensione sospesa tra finzione e realtà. Anni dopo, nessuno saprà spiegarsi come ciò sia stato possibile. La prosa di Luka Bekavac si snoda fra narrazione e trattato scientifico: la forma della radiotrascrizione annulla la categoria spaziotemporale, riduce la frase ai minimi termini. È lo stile di chi vuole comunicare la tragedia dei sopravvissuti alla guerra degli anni Novanta. Sopravvissuti come larve.