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Lo gnosticismo, nelle sue molteplici manifestazioni, ha elaborato uno specifico lessico per descrivere un'esperienza unica: la percezione della vera realtà, l'abisso esistenziale che separa l'uomo dalla propria reale coscienza. L'uomo è "caduto" in questo mondo, dove si trova "prigioniero", "incatenato", e nel quale vaga dominato dalla più profonda sofferenza, anelando la smarrita "patria celeste". Una discendenza illegittima ha creato il mondo, si tratta del demiurgo e dei suoi arconti; e devono essere in qualche modo rivelati e combattuti. Tutta la storia è travagliata nel profondo dall'impostura, una tremenda verità. Non c'è nulla di "reale" in quanto noi percepiamo, è tutta una grande messa in scena per nutrire degli esseri abnormi che hanno fatto della terra un loro laboratorio. Smascherare questa impostura significa giungere alla scaturigine dell'universo: l'uomo ha qualcosa in più dei padroni del cosmo, la possibilità di liberarsi dalle stelle che loro hanno creato. In un futuro non troppo remoto, tutti noi saremo come la scintilla di luce prigioniera del demiurgo, uno stato onnisciente avrà estirpato in noi ogni volontà, pianificando ogni desiderio.