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In questo volume l'autore osserva da vicino quella tecnica complessa che è la "mise en abyme", espressione coniata da André Gide, letteralmente traducibile in "collocato nell'abisso". Ampio spazio è dedicato alle rappresentazioni che hanno caratterizzato le opere dei visionari Peter Greenaway e Charlie Kaufman, autori di storie per immagini e inchiostro, i quali hanno sempre esibito una certa propensione a proporre l'esistenza di possibili mondo-versioni. L'attualità della "mise en abyme" come modello di coincidenza, sovrapposizione di storie tra personaggi (come avviene ad esempio nella metalessi), non è però l'unico territorio di indagine. Il capitolo finale è dedicato al ritratto del reale con diverso angolo di prospettiva e visione: il "metagaming", grado evoluto ed espanso di percezione, sperimentazione e comprensione.