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Pubblicato in Italia nel 1923, "II libro della Via e della Virtù" è stata la prima traduzione del testo sacro taoista di Lao Tse curata da Julius Evola. Disinteressato agli aspetti religioso-devozionali o filologico-letterari, Evola coglie l'essenza del Tao Te Ching, opera fondativa della religione e della scuola filosofica taoista, nel suo essere una strada per superare la dimensione umana e permettere all'uomo di diventare davvero quell'Individuo assoluto teorizzato nella parte filosofica della produzione evoliana. "L'uomo che ha la Virtù non discute; l'uomo che discute non ha la Virtù. La Via del Cielo: livellare senza lotta. La Via dell'Uomo: agire senza sforzo".