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Questo libro nasce all'intersezione fra una crisi personale, tappa di un itinerario che si cerca di ricostruire, e la ben più vasta crisi della "modernità" filosofico-politica. Si rappresenta una specie di panoramica, tesa ed appassionante, lungo i tornanti accidentati di una "modernità" davvero inquietante e complessa. Non c'è solo, alle origini, il pathos disincantato di Machiavelli, ma anche l'alta profezia del Savonarola e, fra i due poli, scorre il divenire dello Stato, che vive, in maniera cruciale, il dramma del Totalitarismo, con il suo ordine del terrore. Ma si esplora anche l'ebbrezza movimentista, che sembra rivivere l'invasamento antico di Dioniso: le masse e il leader, questa la dialettica continua che anima il libro, sottolineando, assiduamente, il rischio della manipolazione e della soggezione. Nell'educazione e nell'impulso di una ragionevole speranza s'intravedono alcune vie di uscita benefiche per l'uomo. Nel volume, non solo l'interagire di varie tematiche che danno da pensare, ma anche una varietà di registri stilistici, che mira a coinvolgere il lettore.