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A partire da una mole ingente di materiale iconografico rilevato e catalogato nel corso di alcuni anni e sulla base di ricerche già effettuate su scala internazionale sul rapporto tra diritto e immagine-immaginario, diritto e simbolo, diritto e metafore, diritto e rituali, diritto e arte, questa ricerca delinea una serie di elementi interpretativi originali e innovativi prevalentemente basati sulla necessità di rilanciare gli universi simbolici veicolati dal diritto e dalla giustizia nel corso della modernità. Dalle rappresentazioni iconografi che della giustizia (Mater Iuris), della legge (Pater legis), nonché dall'iconografia satirica che circolava durante il periodo della Rivoluzione francese e durante la Restaurazione - nel loro rapporto con la stratificazione dei saperi sociologici, giuridici e politici - si rende "visibile" e si mette a tema la complessità del rapporto che intercorre tra diritto, legge, giustizia e potere, nonché lo scarto che intercorre tra la rappresentazione del diritto borghese, il potere e la rappresentazione dello stesso diritto come "senso comune". La tesi di fondo è che l'iconografia, intesa come fonte empirica e documentale, costituisce un mezzo indispensabile e utile a ridurre le distanze tra diritto, politica, società e azione degli attori sociali, ricollocando il diritto stesso nell'alveo delle scienze umane e sociali.