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L'accessibilità del patrimonio storico, alla scala urbana e architettonica, cerca di coniugare le istanze della conservazione con quelle della funzionalità per garantire le medesime possibilità di fruizione al maggior numero di utenti. Tale obiettivo incontra a Venezia molte difficoltà di attuazione dovendo confrontarsi con una morfologia urbana eccezionale che necessita di interventi specifici in grado di tutelare il bene storico pur operando con i principi della progettazione inclusiva. Questo testo illustra i risultati di una prima ricognizione condotta dal gruppo di ricerca sulle strategie adottate nel tessuto storico lagunare, in cui negli ultimi dieci anni si è cercato di rendere accessibile a persone con disabilità larga parte delle insule, oltre a musei ed edifici pubblici e privati, intervenendo con sperimentazioni e innovazioni che hanno consentito di migliorare la fruibilità di molti ponti, elementi che costituiscono la principale barriera fisica all'autonomia di movimento di cittadini e turisti. Diverse ragioni rallentano tale processo trasformando ogni nuovo intervento in una questione legata all'emergenza, all'eccezionalità del caso e alla quantità dei soggetti interessati, dimenticando che una città inclusiva migliorerebbe la qualità della vita per tutti e che questo obiettivo si raggiunge attraverso un progetto condiviso da cittadini, amministratori e progettisti.