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Nell'odierno contesto sociale e culturale la responsabilità non può non apparire come un fenomeno abitato da un'intrinseca paradossalità. Essa è di certo una dimensione ineludibile, un'esperienza talmente profonda da determinare l'identità del soggetto. In questa prospettiva la responsabilità individua il proprio dell'essere umano. Come è possibile parlare tuttavia di proprietà se il soggetto si costituisce nell'esperienza stessa del suo essere responsabile, nella quale inoltre emerge il primato dell'altro, di ciò che non è né prevedibile né controllabile, vale a dire del non-proprio? Tale paradosso può essere teoreticamente ed eticamente produttivo solo se si approfondisce la fenomenologia della responsabilità in direzione di una dimensione più originaria, quella della responsività, la quale rivela il volto nascosto di un soggetto differente, generato cioè dall'attualizzazione della differenza tra sé e sé.