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A distanza di poco più di un secolo dalla morte, la figura di Cesare Lombroso continua a essere oggetto di numerosi studi, analisi e polemiche. Attraverso l'esame di alcune delle sue opere principali e dell'ambiente storico e sociale in cui furono prodotte, la presente opera rilegge l'impresa lombrosiana come una macchina simbolica e ideologica che colma sul piano dell'immaginario l'assenza di legittimazione dello Stato unitario. Mediante un'analisi serrata delle strategie discorsive e degli stratagemmi retorici impiegati, da una parte viene demistificata la scientificità da alcuni ancora invocata nei confronti di Lombroso. Dall'altra, la riflessione mira a porre domande più generali sullo statuto delle scienze umane e sociali con riguardo ai criteri della loro utilità e ragionevolezza.