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All'inizio degli anni Trenta, esattamente come oggi, il sistema capitalista era in crisi, e il mondo si stava dirigendo inesorabilmente verso la guerra. Le derive della libertà individuale e soprattutto le distorsioni di un'economia di mercato diventata un feticcio intoccabile e indiscutibile ci hanno condotto in un vicolo cieco dove la società occidentale rischia di schiantarsi al termine della sua folle corsa. Una possibile via d'uscita indicata dal grande pensatore tedesco prevede di ricondurre l'economia al suo ruolo ancillare rispetto alla politica, individuando i fini da raggiungere e predisponendo i mezzi adatti a raggiungerli. Sombart ci suggerisce, insomma, di tornare a programmare l'economia, infrangendo una volta per tutte il malefico incantesimo che ci ha lasciato in balìa delle forze libere - e distruttive - del mercato.