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Il lavoro tenta una ricostruzione - nella dinamica processuale -del rapporto tra il giudice e l'esperto (il consulente di parte e/o il perito) prendendo spunto dalle esperienze più significative di alcune sentenze penali, non solo italiane, che hanno suscitato un dibattito serrato anche a livello internazionale. Il problema centrale riguarda il confronto tra due tipi di saperi - quello della scienza e quello del diritto - resi incommensurabili dai differenti codici di comunicazione, la cui convivenza normativamente definita in contesti probatori è tuttavia necessaria per la riproduzione del "sistema giustizia". L'analisi proposta si interroga sulle modalità e il grado di penetrazione dei risultati delle più recenti acquisizioni scientifiche, sulla formulazione o sulla riformulazione di alcuni dei problemi classici del diritto, anche nelle riflessioni sviluppate dalla dottrina giuridica. Orientando l'analisi a partire dalla struttura del procedimento giuridico - in cui i due tipi di conoscenza sono chiamati a "convivere" - è possibile mostrare come molti dei problemi emersi evidenzino il rischio di una trasformazione poco controllata dei caratteri della stessa decisione giudiziale.