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Cosa accade quando diciamo io? È una parola piccolissima, quasi invisibile, che però si rivela dotata di un potere straordinario. Infatti ci colloca al centro del mondo e attribuisce a tutto ciò che ci circonda una struttura di cui noi costituiamo l'unità di misura e la ragion d'essere, in modo simile a quanto si osserva nella rappresentazione prospettica rinascimentale. L'identità individuale è una questione prima di tutto grammaticale. Mio, nel gioco intricato e molteplice con il tu e l'egli, dà vita a un "senso di sé" intrinsecamente relazionale e complesso, dotato di aspetti consci e inconsci, somatici e psichici, dinamici e statici, narrativi e logici, sostanziali e simbolici. Ma, ci si chiede, tutto ciò è valido ancora in una realtà come quella odierna, in cui l'identità tende da un lato a fluidificarsi fino a evaporare e dall'altro a cristallizzarsi come in alcune psicopatologie? Possiamo uscire indenni dai giochi di mascheramento e di simulazione innescati dall'uso dei nuovi media? In che modo il nostro corpo può confrontarsi con la dimensione virtuale del web? E la struttura del nostro cervello risente di tutto ciò? Nel libro si cerca di dare una risposta a queste e ad altre domande, facendo dialogare diverse discipline tra le quali la psicoanalisi, la psicologia dello sviluppo, le neuroscienze, la linguistica e la letteratura.