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In questa lunga e appassionante intervista del 1977, rilasciata alla televisione pubblica di una Spagna appena uscita dagli anni bui del franchismo, Julio Cortázar ripercorre la trama della sua vita, dalla nascita accidentale nella Bruxelles del 1914 ai ricordi dell'infanzia trascorsa nei sobborghi polverosi di Buenos Aires, dalla manifestazione precoce della sua vocazione letteraria all'auto-esilio parigino degli anni Cinquanta e Sessanta. Le sue parole - spontanee, intense, eppure del tutto prive dell'impostazione snob tipica dell'intellettuale di successo - sembrano seguire lo spartito magico e improvvisato di un jazzista ed esprimono appieno quel ritmo e quel battito di fondo che caratterizzano in modo così pregnante la sua letteratura, caparbiamente impegnata a mettere in discussione la tradizionale dissociazione tra lo scrittore e il lettore, tra il reale e il fantastico e tra l'irrazionale e il quotidiano.