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Francesco dice che vuole "una chiesa povera per i poveri" in cui "i pastori devono avere l'odore delle pecore". Rifiuta alcune parole come papa, pontefice, sommo pontefice e papato, facendosi chiamare vescovo, certo di Roma, ma solo e soltanto vescovo. Veste dimesso, rifiuta anche nelle più importanti celebrazioni gli sfarzosi abiti sacri del suo predecessore, il giovedì santo lava i piedi alle ragazze e ai musulmani in un carcere minorile e sa di dover riformare la curia e lo IOR - Istituto delle Opere Religiose, magari chiudendolo, come chiede un cardinale africano, visto che l'apostolo Pietro non aveva una banca e molte attività dello IOR sono poco evangeliche. Difende i lavoratori e i migranti, preferendoli ai profitti e ai potenti. Davide Rossi, con un nuovo diario di viaggio, indaga e cerca di capire lo stato vaticano, osservandolo nei giorni tra le dimissioni di Ratzinger e l'elezione di Francesco, destreggiandosi tra incensi e tonache in una nazione tra le più piccole del mondo. Presentazione di Giovanni Colombo, introduzione di Vittorio Bellavite, postfazione di Giancarlo Rossi.