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Il presente lavoro si concentra su alcune metafore-guida, o "enigmi sensibili", intorno a cui si raccolgono i motivi più ardui e teoreticamente fecondi della speculazione di Cusano. La metafora dello specchio, quella dell'icona Dei, il gioco della palla e quello della trottola, mirando all'approssimazione del finito all'infinito, inaugurano un'esperienza dello spazio e del tempo che va ben al di là delle ordinarie accezioni dell'umano indagare e conoscere il mondo. Tra queste forme di prassi sperimentale, allo stesso tempo profonde e dilettevoli, spicca quella della visione: si potrebbe dire che Cusano, con la sua intera opera, mira a una 'conversione' dello sguardo umano nello sguardo assoluto e ubiquo del Principio, esperienza visiva in cui riflessione filosofica, teologica e artistica si saldano intimamente. In questo quadro teorico la figura P, al centro del De coniecturis, assurge a simbolo geometrico della visione speculare, in cui chi guarda, essendo "tanto immagine quanto verità", si trasforma nell'oggetto della visione.